mercoledì 14 marzo 2012

La storia

Viste le precedenti delusioni e le "false" partenze, posso assicurarvi che questa volta è tutto vero e voglio dimostrarvelo. 
E' il 28 gennaio quando il sito aupair-world.net mi invia il solito bollettino segnalante le nuove famiglie registrate che potrebbero interessarmi per un'esperienza alla pari. Così apro il profilo della famiglia suggeritomi, sfoglio le fotografie e sento che mi sono già simpatici, leggo la presentazione e scopro che sono il tipo di famiglia che piace a me. Nove anni di esperienza con ragazzi e ragazze alla pari, quattro figli di diverse età, facce simpatiche, un English Springer Spaniel, una grande casa con un grande giardino in una vivace cittadina in mezzo alle colline, Lewes, a venti minuti dal mare e a un'ora da Londra. Un'occasione da non perdere! Leggo nel profilo che cercano giovani tra i 21 e i 26 anni provenienti da Germania, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia. Wow! La concorrenza è decisamente bassa! Guardo il numero di candidature ricevute e...fantastico, sono solo tre! Se invio la mia candidatura ora sarò il numero quattro! Subito mi sento fortunato. Non so perché ma sapevo che questa volta sarebbe stata la volta buona. "Invia la tua candidatura alla famiglia Frame". Questo è ciò che leggo sullo schermo. Clicco, scrivo due righe, allego un video in cui mi presento in inglese e invio. "Il messaggio è stato inviato correttamente". Subito ho un impellente bisogno di conoscere questa Lewes, voglio vedere dov'è, com'è, cerco video su YouTube, sfoglio Wikipedia, guardo su Google Maps e su Google Earth. Insomma, mi rincretinisco di colpo. Controllo la mia adorata Yahoo! Mail ogni ora con la speranza di trovare un nuovo messaggio da Aupair World. Ma niente, non arriva niente. Controllo il profilo della famiglia. Ora le candidature sono sei. Poi nove. Passano i giorni e nessuna e-mail. Passano i giorni, le settimane e le candidature aumentano. 
"Candidature ricevute negli ultimi 30 giorni: 12... 13... 16... 19... 21... 28... 33... 37... 39... 42... 43 ".
Inizio a perdere le speranze. Le probabilità di essere scelto si sono abbassate di molto, di troppo. Controllo la posta e ancora non arriva niente. "Avranno già scelto", mi dico...ma nonostante tutto non cerco altre famiglie, voglio conceder loro altro tempo ma intanto mi convinco che ormai non ho più niente in cui sperare. E' venerdì 24 febbraio, entro in Yahoo! Mail e leggo "Aupair World. Hai ricevuto dei nuovi messaggi su Aupair World". Non voglio crederci...forse è la famiglia Frame! Apro la mail, clicco sul link presente nel testo del messaggio, si apre la casella dei messaggi privati del sito e trovo una letterina gialla dalla famiglia Frame... ed è contraddistinta da un pallino verde! Sono interessati a me! Apro la busta e leggo. Vogliono conoscermi e mi chiedono di poter parlare con loro via Skype domenica sera! Non ho niente da fare domenica sera, quindi è perfetto. Rispondo con grande entusiasmo e ci accordiamo per la videochiamata di domenica sera alle ore 20:00. Sono contento ma non voglio illudermi, non mi hanno scelto, vogliono solo parlarmi. Arriva la domenica sera, accedo a Skype e alle 19:30 circa mi arriva una richiesta di aggiunta tra i contatti. Sono loro! Che ansia! Pensavo di avere ancora mezz'ora di tempo per prepararmi e invece no, mi stanno già chiamando! Me ne frego di quello che succederà, non mi sono preparato nemmeno una frase, un mini discorso...niente. Sarà tutta improvvisazione. Rispondo alla videochiamata, il video si carica e vedo una grande cucina con un bel tavolo e un signore sulla quarantina dalla faccia simpatica che esulta non appena mi vede sullo schermo. Che imbarazzo...e adesso cosa dico? "Hi!" è tutto ciò che so dire...nemmeno ricordo che esiste una frase tipo "How are you?". Studio inglese praticametne da 16 anni e non sono serviti a nulla. Il tipo simpatico inizia a parlare, a farmi domande. L' audio è pietoso e mi devo concentrare per cercare di afferrare tutto ciò che mi sta dicendo e rispondere in modo chiaro e corretto. Ma lui riesce a mettermi a mio agio e inizio a rilassarmi, specialmente quando mi dice che l'aver allegato un video di me che parlo inglese è stata una "great idea". Così la conversazione procede. "Hai fratelli? Che lavoro fanno i tuoi? Hai esperienza coi bambini? Fai sport? Suoni uno strumento? Cosa fai nella vita, studi, lavori? Cosa pensi di fare una volta terminata l'esperienza come ragazzo alla pari?". Domande a cui per fortuna riesco a rispondere senza danni. Mi viene presentato Nicola, l'attuale ragazzo alla pari che sta con loro da un anno e tre mesi, e subito dopo Luca di 10 anni e Freya di 5. Nicola è italiano e per fortuna è lui a spiegarmi in linea di massima com'è stata la sua esperienza e tutto ciò che mi attende... in italiano ovviamente. In seguito si aggiunge la ragazzina di 13 anni, Ella, e la prima cosa che mi chiede è se conosco Glee. Non immaginate il sorrisone che le si è disegnato in volto non appena le ho risposto di sì. La conversazione procede - è soprattutto Nicola a parlarmi - e dopo più di mezz'ora ci salutiamo e auguro loro buon appetito. 
Nei giorni successivi mi scambio e-mail con Simon (il papà) e Nicola. Sono tutti molto carini e disponibili e questo non può che rendermi felice. Finalmente prendo coraggio e chiedo direttamente a Simon se hanno intenzione di accogliermi in famiglia o se stanno ancora "intervistando" altri ragazzi. La risposta arriva subito: no non stanno contattando altri ragazzi, hanno parlato solo con me e non vedono l'ora che mi unisca a loro! Non ci posso credere! Finalmente la fortuna ha girato dalla parte giusta e posso finalmente partire e imparare l'inglese!
Curioso come non so cosa chiedo a Nicola informazioni sulla zona in cui vivono e sull'indirizzo dell'abitazione. Così cerco subito su Google Earth e in un baleno trovo la mia futura casa.





Stando al loro giudizio il momento migliore per arrivare da loro è durante le vacanze di Pasqua. Il 3 aprile per loro sarebbe l'ideale. Cerco un volo Easyjet et voilà! Trovato e subito acquistato!


Ora non mi resta che attendere la fine di marzo per parlare con loro ancora una volta per poi prendere il volo e inziare quest' avventura.

martedì 13 marzo 2012

Meglio prepararsi in largo anticipo

Panico. Fino a mezzo minuto fa credevo di sapere quello che volevo scrivere e invece mi sento stupido tutto di un botto. "Come incomincio?" E' la classica domanda che impelle quando ci si ritrova davanti ad un foglio bianco. Abbiamo qualcosa da dire ma non sappiamo come. Che brutta sensazione. Provi a formulare una frase di senso compiuto ma poi la rileggi, ci pensi un attimo e inizi a scriverla in un altro modo. "No, neanche questa volta va bene". Rigiri la frase, cambi le parole, e ci ripensi. "Magari una frasetta corta, parole semplici e dirette...sì, farò così". PANICO! Non è semplice se si pensa che questo è il primo post che lascio su questo diario di bordo. Sì, è un diario di bordo...perché mi sento come un navigatore inesperto che sta tentando di capire il suo ruolo nel mondo, di conoscere se stesso meglio degli altri, lasciando traccia delle sue esperienze e dei suoi pensieri. A volte è utile mettere per iscritto quello che ci passa per la mente. Ci fa bene. Ci da l'opportunità di metterci faccia a faccia con il nostro vero Io, con quella parte di noi che molto spesso nascondiamo o che facciamo finta di non conoscere. Prendiamola come una sorta di terapia. Una volta che decidi di mettere in nero su bianco tutto ciò che il tuo cervello malato ti suggerisce, inevitabilmente non puoi negare che quello che leggi l'hai scritto tu. E' una prova inconfutabile di ciò che sei, che sei diventato e che diventerai. Ma perché tutto questo popò di roba? Semplice! Come l'esploratore prepara la mappe, studia i venti, organizza le provviste e recluta l'equipaggio, io, solo e inesperto, posso soltanto guardare avanti e prepararmi a quello che sarà il mio "viaggio" al di fuori delle Terre d'Origine. Sarò un naufrago. Dovrò cavarmela da solo e sopravvivere.